Un palco allestito sul lungomare di Leuca, proprio davanti a quel mare e a quei fondali che rischiano di essere violentati dalle ricerche di idrocarburi, dalle trivelle, autorizzate dal ministero dell’Ambiente. Un’intera serata per ribadire il no, per affermare il diritto alla bellezza e quindi alla tutela del territorio, per far capire che non si possono prendere decisioni così importanti senza un reale ascolto delle esigenze del territorio.
A partecipare in prima linea all’iniziativa “Laudato si, trivelle no” promossa, domenica 12 luglio, da Italia Nostra – Sud Salento i sindaci del Capo di Leuca che nei giorni precedenti avevano iniziato lo sciopero della fame per chiedere l’attenzione da parte del governo, per imporre una marcia indietro sul progetto. Sul palco i primi cittadini di Anna Maria Rosafio, di Castrignano del Capo, la padrona di casa, Vincenzo Passaseo (Salve), Francesco De Nuccio (Patù), Luca Durante (Morciano di Leuca) e Antonio Coppola (Tricase) sono stati raggiunti dai colleghi dei paesi limitrofi. Alcuni hanno inviato un messaggio di scuse per l’assenza ma di vicinanza nel portare avanti la causa. Altri erano proprio assenti.
Quasi tutti hanno preso la parola per dire che bisogna essere uniti nella lotta e di non lasciarsi scoraggiare dall’idea che possa essere impari.
L’unione fa la forza, hanno affermato, e non sono per nulla propensi a permettere la distruzione del paesaggio, tanto apprezzato da tutti. Successivamente ci sono stati gli interventi di un energy manager che ha spiegato in breve la meteora dell’energia alternativa in Puglia:«è stata stroncata ogni strategia che avrebbe invece portato i benefici promessi».
La manifestazione non sarà l’unica, si prospettano altri momenti di confronto. Intanto, mercoledì scorso i sindaci dello sciopero della fame (foto) hanno partecipato a Policoro alla manifestazione interregionale con la partecipazione dei governatori di Basilicata, Puglia e Calabria.
Ilaria Lia
Pubblicato su Piazzasalento il 16 luglio 2015
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