Qualificazione del percorso delle Serre, della via Sallentina; qualificazione urbana con giacimenti storici; partire dall’agricoltura diffusa e arrivare ad un nuovo concetto di paese: queste le prime proposte per un Pug intercomunale di Presicce e Acquarica del Capo, i due paesi che viaggiano verso la fusione, elaborate durante i lavori del workshop “Re-forming Salento” (sull’omonimo blog i dettagli) svoltosi nella settimana dal 18 al 23 settembre scorsi. I due Comuni hanno ospitato architetti, urbanisti e progettisti per ripensare il proprio territorio come un’unica realtà.
“Vorremmo che il territorio divenisse di nuovo luogo di produzione agricola, però con tecnologie e innovazioni contemporanee, ovviamente tenendo insieme i giacimenti culturali e storici che servono ad alimentare il turismo – afferma l’architetto Salvatore Mininanni, tra i responsabili del progetto assieme alla professoressa Paola Viganò – dal momento che i due Comuni puntano a questo, nonostante non possano usufruire direttamente del mare”.
Una passeggiata in bicicletta tra i centri storici e le campagne dei due paesi; le interviste scrupolose agli abitanti, una riflessione sulla popolazione, la sua economia e le prospettive future: in questo modo il gruppo di lavoro ha esaminato ogni singolo dettaglio di un territorio complessivo di 43,06 chilometri quadrati da ripensare in funzione delle necessità e aspettative della popolazione (un totale di poco più di 10mila abitanti), da valorizzare nelle sue bellezze e da potenziare nelle sue risorse. “Le Amministrazioni pensano ad un Pug unico e hanno dato la possibilità agli esperti, bandendo un concorso, di realizzare uno studio di fattibilità per poi avanzare proposte d’interventi per migliorare le condizioni di vita, utilizzando le risorse disponibili – prosegue Mininanni –. Per noi e per i giovani studiosi provenienti da tutto il mondo è stata un’esperienza interessante, una delle poche in Puglia riguardante l’unione di comuni. Abbiamo lavorato tanto e abbiamo goduto delle bellezze del territorio e delle sue produzioni. Anche questo è un modo per promuovere il territorio”.
I sopralluoghi e le riflessioni finali hanno ruotato intorno ad un nucleo di domande: come ripensare il paesaggio se si dovesse rinunciare agli uliveti colpiti da Xylella o come pensare ad una riqualificazione urbana che valorizzi i centri storici. “Dalle analisi fatte è stato rilevato che i due centri stanno invecchiando, i giovani sono pochi o pensano di andare via – spiega l’architetto – il dato è naturalmente un punto fondamentale per le riflessioni su come ridisegnare i paesi. Uno dei temi trattati insisteva proprio sulla domanda “Andare o restare?” e abbiamo indagato sulle ragioni che spingono a restare o al contrario ad andare. Cosa fare? Senza l’energia dei giovani è difficile fare passi in avanti”.
Tra le note dolenti rilevate c’è stata la poca partecipazione della popolazione, una disattenzione anche nel momento in cui sono state riportate le sintesi dei lavori svolti. “Le ragioni sono molteplici e anche su questo bisogna riflettere. Il prossimo passo sarà redigere e consegnare il documento preliminare”, conclude il tecnico. Si spera che almeno in quell’occasione i cittadini ritrovino stimoli e attenzione.
Ilaria Lia
Pubblicato su Piazzasalento il 28 settembre 2017
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