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“Caro studente, la vita è un miracolo”: Poliba in apprensione per uno studente

“Please, let me fly away”. Così si chiude la lettera a Babbo Natale che uno studente ha scritto e appeso al grande albero di Natale, addobbato come da tradizione al centro dell’atrio Cherubini, nel Politecnico. Ed è un colpo al cuore, che si frantuma in mille pezzi. “Se possibile, vorrei che ponessi fine alle mie sofferenze. Vorrei potermi addormentare e non svegliarmi più – è l’unica richiesta che avanza il ragazzo – non essere mai esistito, rimanere un ricordo lontano e vago”. Un desiderio che appare quasi incomprensibile associare ad uno studente che dovrebbe avere l’argento vivo addosso e vivere di studio e di sogni. La lettera è stata notata immediatamente da alcuni docenti che si sono subito attivati per dare sostegno al ragazzo, lasciando i propri recapiti o cercando di comunicare la propria disponibilità al dialogo attraverso tutti i mezzi possibili. Allo stesso tempo si sono attivate le associazioni universitarie e lo stesso rettore Francesco Cupertino, ha inviato una comunicazione a tutto il personale, per chiedere a tutti di collaborare per provare a risalire al ragazzo e cercare di aiutarlo. 

“Purtroppo noi docenti ci accorgiamo dell’insicurezza e delle paure che vivono i nostri studenti e per noi è davvero un gande dolore – è il commento della professoressa Anna Castellano che coraggiosamente si è esposta, lasciando alla fine della lettera il suo recapito, per essere ricontattata. 

Ora il timore è che l’esposizione mediatica che ha avuto il caso possa far chiudere in se stesso ancora di più il ragazzo. Che purtroppo non è l’unico a non sentire più quella “scintilla di curiosità ed immaginazione” che dovrebbero essere le stelle polari per gli studenti universitari. La fragilità degli studenti si è accentuata ed è cresciuta soprattutto dopo il Covid, così come è stato sottolineato qualche settimana fa durante un incontro, nell’università di Bari, in cui si esponevano i dati proprio relativi alla loro alta sensibilità. E non mancano le indagini svolte proprio all’interno degli atenei per registrare lo stato d’animo delle nuove generazioni. L’Università degli Studi di Milano–Bicocca e l’Università del Surrey (Regno Unito), hanno condotto nel 2023 una ricerca i cui dati dimostrano che il 67% degli studenti intervistati ha dei “sintomi o atteggiamenti di ansia sociale generalizzata” mentre il 20% di soffre di ansia o depressione. Nel 2022 la Rete degli studenti medi, l’Udu (Unione degli universitari) e il sindacato dei pensionati Spi Cgil hanno promosso un’indagine “Chiedimi come sto”, coinvolgendo 30000 studenti italiani delle superiori e delle università con l’obiettivo di registrare il benessere psicologico e la salute mentale dopo la pandemia. I risultati sono quasi impietosi: nove studenti italiani su dieci manifestano un forte disagio psicologico. Gli intervistati hanno dichiarato di soffrire di ansia, paura, stress, preoccupazione per il futuro, disturbi alimentari e anche episodi di autolesionismo. 

Difficile avere una risposta certa sulle cause. Di sicuro non si guarda più al futuro con speranza, la paura di fallire, di non riuscire a realizzarsi è tra le principali preoccupazioni. Il dialogo è uno dei principali mezzi che si hanno per poter cercare di abbassare l’ansia e cercare di affrontare tutto con uno spirito diverso, così come la docente ha risposto allo studente anonimo: “Caro studente, la vita è un “miracolo” ogni giorno, siamo tutti pronti ad abbracciarti e a parlare subito con Babbo Natale perché ti mostri la “bellezza” della tua età e la “sacralità” della tua vita”. E conclude: “ho il suo cellulare – riferito a quello di Babbo Natale – chiamami e te lo cedo”.

Ilaria Lia

Pubblicato su Nuovo Quotidiano di Puglia il 13/12/2024

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