Serate a tema, gruppi di lettura, commemorazioni e concorsi. La poesia, a quanto pare, gode nel Salento di una buona considerazione ed è tutt’ora tra i generi letterari in cui ci si cimenta di più (a prescindere poi da quanta poesia si legga o da quanti libri si comprino). Eppure tra le celebrazioni di chi non c’è più e gli afflati entusiastici verso mode del momento, spesse volte c’è da colmare il vuoto rappresentato dalla scarsa la conoscenza dei grandi autori viventi. Tra questi il professor Cosimo Corvaglia, di Casarano, uomo colto e raffinato, noto ai più influenti esponenti letterari del ‘900. Per quarant’anni docente di italiano, latino e greco al Liceo Classico della città. Per lui la poesia è tutto. «La poesia non è banalità, convenzionalità, superficialità e mancanza di empatia: è ricerca, impegno, un lavoro continuo di metrica», afferma.
Premi e riconoscimenti La sua biografia è un susseguirsi di collaborazioni eccellenti e di riconoscimenti. Sin dal 1982 quale vincitore dell’incontro culturale e poetico italo-danese nell’ottavo centenario francescano ad Assisi e nel 1988 vincitore del premio Senigallia. Ma Corvaglia è stato anche finalista al premio Lerici-Pea ed il suo nome viene citato nel testo di Raffaele Crovi tra i “Poeti del ‘900”. Una vita dedicata all’insegnamento, sempre affiancato ad un’intensa attività intellettuale. Nel corso degli anni ha mantenuto vivissimi contatti con critici e scrittori del panorama nazionale, ha stretto rapporti con Mario Luzi o Giorgio Bàrberi Squarotti; Carlo Bo e Oreste Macrì, il magliese critico letterario; lo scrittore Michele Prisco, giusto per citarne alcuni. Di tutti custodisce ancora un copioso carteggio che conserva gelosamente nel suo studio.
Il saluto degli ex studenti È stato ed è tutt’ora schivo. I clamori non gli interessano, vive una vita semplice, scandita dalle sue abitudini. A Casarano è “il professore” per antonomasia. «Ogni volta che esco di casa mi fermano tutti, i miei ex studenti ricordano la mia austerità – racconta, accennando un sorriso -. Sono in tanti a chiedermi quando pubblicherò un altro libro. Al momento declino ogni richiesta». Corvaglia riceve nel suo studio insieme alla moglie Maria Pia Barone. Siede accanto ad una pila di fogli e libri. «Continuo a ricevere materiale da chi vuole una mia recensione o un commento eppure sanno che io sono spietato nei giudizi. Lo sono prima di tutto con me». In pensione da anni, il professore è ancora punto di riferimento per autori di tutta Italia.
Numerose sono state le collaborazioni con giornali e riviste specifiche a livello nazionale; per diversi anni ha scritto anche nelle pagine culturali di Quotidiano (“il mio primo articolo del 1985 fu una recensione di un libro di Asor Rosa”). Ha continuato sempre a scrivere poesie, alcune delle quali sono confluite in due raccolte: “Sillabe mute” (edito da Piero Manni) e “Canti allo specchio” (edito da Besa). In ogni suo verso tratta ampie tematiche, racconta momenti di vita, parla di Sud, e il suo nome è stato spesso affiancato a quello di Bodini; le emozioni prendono corpo ogni parola si fa vivida “Scricchiano impazienti nelle vene/con passi palpitanti le parole/che chiedono di diventare spade,/conforto umano,/gelo di tormenti” scrive in una poesia della seconda raccolta.
Note biografiche Nato ad Alliste nel 1940, si è formato presso l’Università di Genova, dove è stato assistente presso la cattedra di Filologia classica e medievale nei primi anni Sessanta. Successivamente è ritornato nel Salento, diventando assistente di Letteratura Greca presso l’Università di Lecce. Alla vita universitaria preferì l’insegnamento liceale di italiano e le lingue classiche e per molti anni è stato docente presso il liceo Classico di Casarano. Tutti i suoi alunni lo ricordano come una persona silenziosa, austera, che incuteva rispetto e timore. Eppure tutti lo ricordano con immenso affetto, perché ha dato ad ognuno ha trasmesso qualcosa, in primis l’amore spassionato per la poesia e per la letteratura.
L’augurio di molti è che possa presto raccogliere ogni suo scritto in un’opera unica. A trarne vantaggio saranno sicuramente tutti gli innamorati della poesia.
Articolo pubblicato il 9 dicembre 2018 su piazzasalento.it
Ilaria Lia
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