La vita e l’esempio di don Tonino Bello continuano ad essere ricordati e rilanciati, messi in maggiore risalto con la venuta del Papa ad Alessano il 20 aprile scorso, giorno del suo 25° anniversario. Se ne parlerà, tra le altre, a Milano il 6 maggio prossimo a cura dell’associazione regionale pugliesi. A Bari, nei giorni scorsi gli sono state dedicate due serate: la prima con lo spettacolo teatrale “Il profeta di Dio” regia di Lino De Venuto; il giorno successivo si è avuta una serata di testimonianze, a cui hanno preso parte le persone che hanno conosciuto bene il vescovo di Molfetta e ne hanno reso omaggio raccontando alcuni aneddoti della loro storia.
All’incontro, che si è tenuto al Circolo Unione, presso il Teatro Petruzzelli, hanno partecipato don Salvatore Leopizzi, parroco di Gallipoli e amico della prima ora di don Tonino (nella foto il suo intervento durante l’attesa di Papa Francesco ad Alessano); il suo medico curante, il dottor Domenico Cives; il direttore responsabile di “L’altra Molfetta”, Sergio Magarelli. A condurre è stato chiamato il presidente della Fondazione “Don Tonino Bello” di Alessano, Giancarlo Piccinni.
Ogni intervento è stato preceduto da un video in cui le immagini erano accompagnate dalle parole forti e cariche di significato di don Tonino, già parroco di Tricase. Lui era le parole che pronunciava, e a testimonianza della sua coerenza i relatori hanno raccontato che davvero il vescovo era una persona straordinaria, diversa da tutti. “Don Tonino è stata sempre una sorpresa di Dio – ha ricordato don Salvatore, ricordando l’episodio degli zucchetti del Papa e dei vescovi fatti volare via dal vento nel giorno della visita alla sua tomba e poi sul palco – don Tonino quando celebrava non lo metteva e per questo spesso è stato ripreso dal Vaticano”. La convivialità delle differenze; l’essere disarmati e disarmanti; il “diventare scrupolo”, come un sassolino che da fastidio nelle scarpe dei potenti; le sue parole che donate agli altri sono diventate impegno e responsabilità: questi i temi principali della discussione, che per circa due ore ha tenuto desta l’attenzione del pubblico.
Si è parlato anche degli ultimi momenti di vita, della sua fede incrollabile, del suo essere visionario e, inevitabilmente, del suo impegno durante l’emergenza degli albanesi nel porto di Bari e poi contro la guerra e l’assedio di Sarajevo, con una drammatica marcia di pace sotto le bombe e i cecchini. “A chi lo ha conosciuto ha lasciato la responsabilità delle sue parole e opere – ha concluso don Salvatore Leopizzi – e le sento di più ogni volta che parlo di lui pubblicamente. Ed è questo che voglio trasmettere: abbiate il privilegio di essere spine”.
L’evento è stato organizzato dal Comitato “Testimoni del Bello” con sede presso la parrocchia “Immacolata” di Bari dei Frati cappuccini e coordinato dal parroco fra Ruggiero Doronzo. Enti patrocinanti: Regione Puglia, Comune di Bari, Città metropolitana di Bari, L’Aurora serafica, Arcidiocesi di Bari-Bitonto, Fondazione “Don Tonino Bello”, Crocerossine d’Italia.
Ilaria Lia
Pubblicato su Piazzasalento il 4 maggio 2018
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