“Dove, quando e perché abbiamo sbagliato, noi meridionali? Dove, quando e perché hanno sbagliato le nostre classi dirigenti, prime fra tutte la cultura e le élite intellettuali meridionaliste, se dai tumultuosi cambiamenti degli ultimi trent’anni è uscito un Sud ancora più debole, arretrato, decomposto, rassegnato, perfino più cinico e con la prospettiva di una sua ravvicinata desertificazione umana e produttiva?“
Con queste e altre domande Claudio Scamardella apre l’introduzione del suo libro “Le colpe del Sud” che ha presentato venerdì 21 aprile alle 18,30 nella sala del trono di palazzo Ducale in località Presicce (Le) nell’ambito della rassegna Sfide a Sud.
L’incontro si è arricchito degli interventi di Anna Siciliano, stilista, lavoratrice del giunco e Roberto Giannì, architetto e urbanista, entrambi originari di Acquarica e conosciuti in Italia e all’estero per il loro lavoro.
Ecco il link per rivedere la serata
Biografia di Claudio Scamardella
Napoletano di Bacoli, da trentacinque anni è giornalista in due terre simbolo del Meridione, la Campania e la Puglia, in due città osservatorio privilegiato, Napoli e Lecce.
Ha lavorato al “Mattino” fino al 2008, come redattore capo, responsabile della cronaca di Napoli e del dorso regionale. Dal 2009 è direttore del “Nuovo Quotidiano di Puglia”.
Ha pubblicato un libro intervista con Aldo Masullo, Napoli siccome immobile (Guida 2008).
Sinossi del libro
Sapranno i meridionali riprendere in mano il loro destino?
Riusciranno a capire che il futuro del Sud dipende innanzitutto dal Sud?
Il primo passo è ammettere le proprie colpe.
Il secondo è avere coraggio, senza più inseguire vecchi padrini e aspettare nuovi padroni.
Con la fine della Guerra fredda, la globalizzazione e la società digitale il Sud perde tutte le rendite di posizione territoriale che avevano garantito, fino a trent’anni fa, protezioni, aiuti e sostegni.
Ma il meridionalismo non aggiorna la sua cassetta degli attrezzi, classi dirigenti ed élite intellettuali anziché produrre nuove idee si adagiano nella retorica dell’inganno e dell’abbandono, rifugiandosi nella sterile litania della “colpa degli altri” e nel rivendicazionismo lamentoso. Fino all’emergere di un sudismo impastato di nostalgie borboniche.
Trent’anni persi a rincorrere il Nord. E trent’anni di opportunità sprecate.
Ora il cerchio si chiude: il partito nato per punire il “banditismo dei meridionali” conquista voti e consensi anche al Sud, le popolazioni del Mezzogiorno si consegnano (si arrendono?) a chi le aveva insultate e additate come “zavorra del Paese”.
In questo quadro la Puglia rappresenta un “caso”, con i ritardi infrastrutturali, gli indicatori socioeconomici negativi, il contrasto tra immagine e sostanza. Il suo governo prende la china del movimentismo immobilista producendo danni sul territorio, come accade per la xylella, il gasdotto Tap e l’llva. La primavera pugliese è durata un soffio, lasciando molte contraddizioni.
Un “caso” è anche il Salento: terra in cammino, laboratorio di ciò che il Sud può essere o diventare se il meridionalismo “di pensiero” torna a prevalere su quello “di potere”, puntando su vocazione mediterranea e federalismo municipalista.
È con il protagonismo dei territori che il Sud può riprendere il destino nelle proprie mani e rimettersi in marcia.
La rassegna Sfide a Sud è realizzata in collaborazione con il Comune di Presicce-Acquarica e la Biblioteca Comunale, si propone di organizzare degli incontri a cadenza mensile con l’obiettivo di offrire un momento di riflessione sul Sud oltre poi a poter lanciare idee e proposte, per promuovere visioni alternative su sviluppo e crescita del territorio. Perché bisogna parlare di Sud.
Chi volesse esprimere un’opinione, dare un parere, raccontare una sua esperienza, o lanciare una proposta può farlo oltre che in presenza anche inviando una mail a sfideasud@gmail.com.
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