Diverrà presto un documentario e un libro il progetto dal titolo “Igualdad”, a proposto e realizzato da Juan Sebastian Galeano dell’associazione “La Pecora nera”, con sede legale a Parabita e con alcune attività in programma a Nardò.
“Igualdad”, che dallo spagnolo all’italiano è “uguaglianza”, ha dato la possibilità a cinque ragazzi in fuga dal loro paese d’origine, la Colombia, perseguitati a causa del loro orientamento sessuale, di passare da una vita di violenza e paura ad una nuova piena di diritti e dignità. Accoglienza, assistenza, inclusione sociale e lavorativa sono solo alcuni dei servizi a cui hanno potuto accedere.
«I partecipanti stanno beneficiando di interventi di “accoglienza integrata”: il progetto non prevede solo di garantire vitto e alloggio, ma ha un obiettivo ancora più ambizioso, che li vede protagonisti del loro percorso di interazione con il territorio. Ognuno dei cinque è stato reso consapevole e attivo nella costruzione del proprio piano di inclusione – afferma Sebastian Galeano – che prevede di ottenere tutte le informazioni relative ai servizi del territorio e l’essere affiancato per facilitarne la fruizione; l’alfabetizzazione della lingua italiana e la formazione con la riqualificazione professionale; l’aiuto alla stesura del curriculum e la procedura per il riconoscimento dei titoli di studio; la tutela psico-socio-sanitaria e quella legale».
Il tutto è stato possibile grazie ad un assiduo rapportarsi con gli enti del territorio. E presto tutto potrà essere anche visto grazie al cortometraggio che sta per essere messo a punto da una squadra formata dal fotografo Antonio Caroli (di Taurisano), dalla designer Joana Ferreira e dal filmmaker Mirko Longo. La corrispondente di un canale di notizie dalla Colombia sta, inoltre, scrivendo un libro sul progetto e sulle persone coinvolte.
«Stiamo lavorando per portare il progetto all’attenzione dell’Ambasciata colombiana in Italia. Il nostro attuale impegno – conclude Galeano – è lanciare “Igualdad international”, rivolto specificamente alla comunità “Lgbqt”, indipendentemente dalla regione di origine del mondo. Chiunque senta di avere maggiori difficoltà a condurre una vita dignitosa perché si sente, o è visto come diverso, può rivolgersi a noi: in “Igualdad international” siamo tutti uguali».
Ilaria Lia
Pubblicato su Piazzasalento il 19 marzo 2021
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