Presicce

Presicce-Acquarica: tra Sant’Andrea e San Carlo vince (per ora) san “referendum”

San Carlo, Sant’Andrea o chi altro? Quello della scelta del santo patrono da celebrare nel nuovo Comune è stato uno dei temi più dibattuti, sin prima dell’ufficializzazione della fusione. Ora è diventato argomento “bollente”, sui social e nelle conversazioni in paese, ormai a ridosso dalla prima festività: San Carlo il 4 novembre, patrono di Acquarica, seguito il 30 da Sant’Andrea, patrono di Presicce.

A turbare gli animi nelle due “località” (così come ora vengono indicate le due ex Municipalità) è l’indiscrezione secondo la quale il commissario prefettizio, Claudio Sergi, abbia già indicato come giorno di festa “comune” il 16 dicembre, in ricorrenza dell’anniversario del referendum sulla fusione. E giorno in cui la Chiesa festeggia Sant’Adelaide. La Santa, suo malgrado, è stata oggetto di forti resistenze specialmente da parte di alcuni fedeli che non hanno lesinato critiche e levate di scudi sui propri profili social.

Ma come dice il proverbio, “scherza coi fanti e lascia stare i santi”: non sia mai che Sant’Adelaide se la prenda a male e tiri a tutti un brutto scherzo. In realtà, la questione, per nulla semplice, presenta diverse sfaccettature. Dal punto di vista amministrativo, la designazione di un giorno festivo serve per permettere la chiusura degli uffici, e delle scuole, in un’unica data. Negli uffici comunali, come in quelli scolastici, non si può pensare che i dipendenti possano assentarsi, in due giorni diversi, a seconda della provenienza, lasciando così i servizi scoperti.

Su questo sta ragionando il Commissario, che in un primo momento avrebbe voluto fissare la festa al 15 maggio, giorno della nascita del Comune, ma dato che è già passato, per quest’anno, avrebbe scelto il 16 dicembre. Un atto formale in tal senso ancora non c’è, ma pare che il Commissario abbia già convocato i due parroci per annunciare la sua decisione: quindi uffici e scuole rimarrebbero chiuse il 16 dicembre mentre le singole festività dovrebbero procedere come al solito.

Ciò varrebbe solo per il 2019: dall’anno prossimo, con il nuovo Consiglio comunale, si potranno valutare altre ipotesi, magari mutuate dall’esperienza di altre fusioni. Tra le opzioni di cui il Commissario avrebbe potuto tener conto, almeno per il 2019, c’era sicuramente quella di designare come unico giorno di festa, comune per tutti, il 4 novembre, visto che il 30 cade di sabato. Oppure scegliere onorare le festività, sempre per quanto concerne la sfera civile, in anni alterni, prima uno e poi l’altro.

A livello religioso, sull’eventuale designazione di un unico Santo patrono, sarà poi la Curia vescovile che dovrà entrare nel merito e prendere una decisione. Lasciare entrambi i santi o optare per uno al posto dell’altro? “Ma – si chiedono in molti – come si fa a scegliere sulla devozione dei fedeli?” Se si dovesse tener conto della storia dei due santi legata ai due paesi, allora emergerebbero sostanziali differenze, a partire proprio dal giorno dedicato ai festeggiamenti.

San Carlo, a meno che non capiti di domenica, non viene mai festeggiato il giorno della sua ricorrenza: quando il giorno è infrasettimanale tutto viene spostato alla domenica successiva. Al contrario, Sant’Andrea viene onorato sempre il 30 novembre. A Presicce, inoltre, la festa religiosa sconfina in quella civile con una serie di eventi folkloristici, dal Tamburreddhu alla Focareddha, che rendono più partecipata la devozione. Ci sono differenze anche nei luoghi di culto: la chiesa di Sant’Andrea è un monumento arrivato, negli ultimi anni, alla ribalta nazionale e non solo, grazie alla promozione turistica, e tutti la riconoscono come centro in cui ruota il paese. Inoltre, a testimoniare il radicamento del santo con il paese, c’è la colonna con la statua in alto, che è un monumento storico civile.

La chiesa di San Carlo, invece, per quanto pittoresca, è molto più piccola e poco frequentata. Non è sede parrocchiale e non si svolgono lì le funzioni più importanti, ma nella più moderna chiesa del Cristo risorto. Infine, da tutti i documenti storici di cui si ha notizia emerge che Sant’Andrea è stato da sempre il patrono di Presicce, mentre il primo patrono di Acquarica era San Giovanni battista, scalzato poi da San Carlo, nel 1610, per decisione del principe Guarino che, come ex voto, costruì la chiesa di fronte al castello per ringraziarlo della guarigione miracolosa.

Sconvenevole, però, umiliare e far cadere in basso i santi con la brutta abitudine, molto diffusa tra i civili, di designarsi in “Chi sono io e chi sei tu”. Anzi, visti proprio i tempi che corrono, avere due santi in paradiso a cui appellarsi, sarebbe una garanzia maggiore.

Ilaria Lia

Pubblicato su Piazzasalento il 26 ottobre 2019

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