L’esperienza del Treno della Memoria, il progetto che permette ad alcuni giovani di visitare i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, in qualche modo ti cambia, inevitabilmente ti lascia dentro delle forti emozioni. Lo sanno bene i due ragazzi Enrica Chiffi e Alessio Stefanelli: da quando sono ritornati ripensano all’esperienza fatta, in attesa di parlarne in un incontro, la raccontano e la consigliano ai loro amici.
«Di quei giorni mi è rimasto il silenzio e il freddo che mi ha penetrato il cuore – racconta Enrica – non era solo dovuto al clima, sentivo proprio freddo dentro. E poi, il silenzio. Eravamo 740 persone, ma dopo aver visitato Birkenau, soprattutto, era calato un silenzio assordante».
Stesse sensazioni provate da Alessio. «Non mi aspettavo di vivere queste emozioni. Studiarle a scuola e poi vedere dal vivo quei luoghi è tutta un’altra cosa – afferma – mi venivano i brividi a pensare che in quel freddo c’erano persone costrette ad andare scalze o con pochi indumenti addosso».
Entrambi erano partiti con aspettative diverse smentite dalla realtà. «Non credevo che sarebbe stato un viaggio così toccante – dice Enrica – Pensavo che sarebbe stato un qualcosa di molto pesante, e invece, la forza del gruppo, il trovarsi assieme a tanti ragazzi, ha dato la forza per affrontare il tutto». Difatti, il gruppo è la chiave vincente del progetto, tanto che Enrica ed Alessio consigliano di andare in quei luoghi proprio con il Treno della Memoria, insieme e non da soli, perché non si proverebbero le stesse emozioni e quel silenzio non avrebbe lo stesso peso. «Ancora ci sentiamo con i nostri compagni di viaggio, non ci conoscevamo, ma è nata una bella amicizia» – affermano entrambi.
L’esperienza è stata possibile grazie all’associazione “Presicce mia” che ha messo in palio il viaggio con un concorso e grazie agli sponsor che ci hanno creduto e lo hanno finanziato.
Ilaria Lia
Pubblicato su Piazzasalento il 2 marzo 2015
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